Skip to main content

Surrealismo e pittura secentesca, introspezione e sperimentazione, creatività e rigore convivono nelle fotografie di Marie Cecile Thijs, attualmente esposte all’interno dell’aulico piano nobile di Palazzo Saluzzo Paesana.

Per lo spettatore che si accinge a visitare la mostra –  la prima personale italiana dell’artista olandese – incomincia un viaggio che si sviluppa su filoni tematici differenti, legati da un comune fil rouge: il desiderio di destare continua curiosità nello spettatore.

Chi non sarebbe divertito e forse soprattutto sconcertato dinnanzi a “The taster”, l’assaggiatore che ci volge le spalle prima di testare il menù e che pare uscito da un quadro di Magritte? E chi non proverebbe sentimenti contrastanti, tra l’ammirazione e l’inquietudine, nel passeggiare fra le eloquenti fotografie di gatti che punteggiano le pareti del palazzo signorile?

Sono solo alcuni esempi per descrivere l’atmosfera creata da queste fotografie, cui fanno da contraltare scatti assolutamente familiari. Il cuoco Adriaan van Raab van Canstein è ritratto con la figlia Johanna: un “piccolo mondo antico” che l’artista ha saputo scovare nel momento in cui decise di immortalare Adriaan e scoprì che il cuoco non poteva lavorare senza la vicinanza della figlia. Lo stesso può dirsi per “Cook Mario Mali” 2010: il cuoco italiano è “in carne e ossa” di fronte a noi, lo sguardo vivo, la postura fiera, le mani impegnate nel lavoro. È così reale da trasformarsi in un archetipo ideale: la nostra idea di cuoco, di cucina mediterranea, di savoir faire.

Portrait of Alex Atala © Marie Cecile Thijs 2013

L’influsso della pittura secentesca è presente in molti scatti dell’artista, dagli still life di oggetti inanimati, “Apple of Orange” 2012, alle celeberrime fotografie di gatti con gorgiera, un oggetto che ben rappresenta l’amore dell’artista per il XVII secolo. Persone, tra cui la bellissima figlia della fotografa, e animali sono immortalati con un collare, appartenente alla collezione del Rijksmuseum di Amsterdam, costituito da 19 metri di cotone arricciato e risalente appunto all’inizio del XVII secolo. Oltre alla notevole abilità tecnica nel realizzare questi scatti (la gorgiera è stata fotografata separatamente e in condizioni speciali nel Rijksmuseum e, successivamente, aggiunta in digitale alle immagini dei modelli), l’artista ha saputo cogliere l’anima di questi felini, talvolta alteri, talaltra vezzosi, talaltra ancora cupi, a creare una ritrattistica che pare uscita da un castello nobiliare dell’epoca.

Cat with White Collar I © Marie Cecile Thijs 2009

Scoviamo anche l’alter ego di Marie, “Toga cat” 2012, scoprendo la sua duplice professione di avvocato (toga) e fotografo, oltre a un animo dell’artista attento e curioso.

La mostra, a cura di Enrico Debandi, è ospitata fino al 15 luglio 2018 a Palazzo Saluzzo Paesana, in via della Consolata 1bis.

Orario mercoledì – domenica dalle 15 alle 20 con ultimo ingresso alle 19,15.

L’ingresso è libero.

Maggiori informazioni www.palazzosaluzzopaesana.it

Gloria Guerinoni