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ordinazione

Mix di antipasti
spaghetti al cuore di tonno

Eccoci! Siamo Fizz & Fazz e se stai leggendo questo articolo è perché ti stai annoiando, stai aspettando il piatto o stavi spostando le briciole sul tavolo e abbiamo attirato la tua attenzione. Noi facciamo questo di lavoro.  Sostituiamo la noia e l’attesa

Oggi ti raccontiamo di un progetto scoperto sul web. Abbiamo invitato l’ideatore a partecipare al format “Mangia con noi” ideato da Sugonews, al tavolo dell’amore del Pastis ristorante storico nel Quadrilatero di Torino.

Mai sentito parlare di Club Futuro?

Sono le 13.30 e al Pastis si respira aria d’intervista. Aria tesa, aria curiosa. Siamo io (Fizz), Fazz, Lisa Avallone e Fabrizio Vespa, pronti ad accogliere per una chiacchierata il boss, la mente che ha dato vita al progetto Club Futuro. Partendo dal nome, io e Fazz, ci immaginiamo un personaggio iper-mega-tecnologico, un po’ oscuro, un discotecaro del futuro con un mantello e una moto senza ruote in stile Darth Vader.

Ma no, no e ancora no. Mai fidarsi dell’immaginazione di Fizz&Fazz.

Riccardo Ramello approda al pastis discreto, vestito casual e con un sorriso sincero di chi ha voglia di farsi un pranzo in compagnia.

Ci sediamo e subito parte a cannone l’intervista.

Riccardo Ramello è di Torino ma vive in Inghilterra ed ha 28 anni.  Si è fatto le ossa con l’associazione La Goccia all’età di 19 anni, organizzando la Va Bin Parade e poi curatore per diversi anni del programma educational di Club to Club, ora insieme a Pietro Genuino, Dario Cicala e IKIGAI Media ha creato Club Futuro. 

Londra nel suo percorso è stata fondamentale, Riccardo si è spostato per approfondire le dinamiche dell’associazionismo e ha scoperto un mondo. Il fermento legato alla chiusura dei club, l’attivismo culturale sano e strutturato da lotte pratiche e per la difesa di questi spazi, fondamentali per il tessuto urbano.

Inforchettando gli spaghetti al cuore di tonno, ci svela come si è innamorato dei club e della loro storia. Tutto è nato da una mostra sulle Discoteche Radicali Italiane degli anni 60 all’ICA di Londra.

Ecco alcuni scatti!

Il Piper di Torino, disegnato da Pietro Derossi, Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso nel 1966. © Pietro Derossi

UFO, lovers on a swing chair, Bamba Issa, Forte dei Marmi, 1970. Fotografia di Carlo Bachi, © Lapo Binazzi, UFO Archive

Gli interni de L’Altro Mondo, Rimini, 1967. © Pietro Derossi.

Gruppo 9999 prototipo per la Vegetable Garden House al Mondial Festival Space Electronic Firenze 1971 © Gruppo 9999 courtesy of Carlo Caldini

Il palco e la strumentazione dentro il Piper di Torino, disegnato da Pietro Derossi, Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso, 1966. © Pietro Derossi.

Space Electronic durante il Mondial Festival, organizzato dal Gruppo 9999 e Superstudio, Firenze, 1971. © Gruppo 9999, courtesy of Carlo Caldini.

UFO, amphibious camels returning to Africa, Bamba Issa, Forte dei Marmi, 1969. Fotografia di Carlo Bachi, © Lapo Binazzi, Archivio UFO.

 

Dopo questa mostra folgorante Riccardo sviluppa Il progetto CLUB FUTURO come tesi di laurea. Il focus è creare una rete che sostenga l’importanza dei club nell’ecosistema urbano, con una mostra fotografica finale. I club sono visti come intrattenimento o peggio come minaccia per la quiete e la sicurezza pubblica. Riccardo invece insiste e lotta per far cambiare questa percezione. Ci parla, super appassionato, di quanto sia fondamentale per Torino condividere una visione esterofila. I locali notturni sono centri di cultura contemporanea e la loro capacità professionalizzante non va sottovalutata. Chi adesso organizza grandi festival (direttori artistici, logistica, ecc…) ha esperienza proveniente dai club e genera profitto, cultura e attività socialmente inclusive. Per questo manca una scuola di Music Business a Torino. Una scuola che insegni ai giovani come organizzare in modo efficace eventi, come creare i contenuti, come curarli e come coinvolgere la comunità all’interno dei club. Non si tratta di fare un dj set e chiamare gli amici tramite il “PRaggio”. Nei club si possono fare mostre, organizzare iniziative, si può dar voce a un pensiero comune riguardo a un tema, fare informazione, fare cultura. È scorretto ridurre tutto a dj set, baccano e gin tonic.

Ok io e Fazz siamo della stessa idea ma…

Club Futuro cosa intende fare?

Riccardo subito si riporta gli occhiali sul naso e ci spiega che ha intenzione di coinvolgere gli artisti direttamente. Saranno quindi composte delle tracce musicali ad hoc per celebrare ogni singolo club attivo di Torino (azione 1). Poi verranno intervistati i Master organizzatori per continuare a parlare dei problemi e delle soluzioni da adottare come nuovi stimoli da diffondere (azione 2) ed infine verrà allestita una mostra con una serie di fotografie di Antonio La Grotta a partire dal passato fino ad oggi per avere un racconto visivo efficace che sostenga il messaggio teorico (azione 3).

A noi sembra un programma semplice, senza troppi giri di parole ed efficace per sensibilizzare su questo tema una città come Torino che si sta chiudendo a causa di una miopia delle istituzioni che non sfrutta a pieno le potenzialità dei locali notturni, non li sostiene e non li stimola nel cercare nuove soluzioni per allargare il target.

 Aspettiamo con ansia la realizzazione di questo progetto,  e a proposito di potenzialità dei locali notturni, sfoderiamo la nostra fatidica, ultima, importantissima domanda! 

Quest’anno è il 30° anniversario della caduta del muro di Berlino, chiediamo a Riccardo:

In che modo la caduta del muro ha influenzato la club culture della città?

Riccardo risponde sicuro e lucido come chi quegli anni li ha vissuti, sottolinea il clima pesante e invivibile di una città divisa in due anime. Una  vera e propria catastrofe! Da cui però sono nate dinamiche interessanti. Per esempio, una nuova concezione degli spazi, con le aree abbandonate invase dagli squatter nella Berlino Est o il limitato accesso alla musica che ha stimolato il contrabbando di dischi.

E’ importante capire la reazione alle catastrofi, dice Riccardo. Con la caduta del muro, Berlino scopre una nuova dimensione, che altrimenti non avrebbe mai scoperto. In pochi anni diventa la prima città per Club Culture e oggi rappresenta sicuramente il modello europeo da imitare per innovazione e organizzazione di festival, serate, utilizzo di spazi pubblici e iniziative. 

Il segreto per ottenere grandi risultati secondo Club Futuro è non permettere MAI alle dinamiche del mercato di soffocare la libertà di espressione e di condivisione degli spazi di una città. 

Ben detto Riccardo! Io e Fazz con questa ultima domanda abbiamo terminato e ti invitiamo a uscire dal Pastis perché siamo tabagisti incalliti e così ci salutiamo e facciamo anche una fotuzza per il blog! 

THE END

Ci vediamo alla prossima

W i club W il futuro W i club del futuro

www.clubfuturo.org