Skip to main content

Forse arriva da un altro pianeta ed è uno dei nomi più misteriosi della scena musicale sabauda

Si definisce profeta, imbroglione, sciamano, mentitore, poeta e impostore. Oltre a questo non si sa molto altro tranne che è torinese e che può essere tutto e il contrario di tutto. Vinnie Marakas è la rivelazione musicale del momento, un po’ San Francesco e un po’ Gustavo Rol, è il nuovo Cagliostro – se mai ne sia esistito uno –  della scena musicale nostrana come recita in calce il titolo del suo primo EP.  Visionario, dadaista e turista del calembour, sembra sbucato dal retropalco di uno strip club di Las Vegas per poi vestire i panni di uno scintillante crooner, ma con il microfono delle bambole comprato in qualche bancarella del Balon. Così appare nel video “Rrose Sélavy”, girato sotto le lampade disegnate da Mollino sulla pista del Le Roi dove canta con piglio un po’ snob: “Io sono Don Chisciotte, io sono Dylan Dog, io non sono di qui…”. Perché davvero sembra che non ci sia un luogo dove collocarlo, cosa che ne aumenta terribilmente il fascino a un livello esponenziale. Forse arriva dai paraggi dell’etichetta Dischi Sotterranei o forse ha confuso la playlist di Spotify con il palco di Zelig, quel che è certo che in tanti stanno prenotando lunghi soggiorni di ascolto rapito nel suo “Disagio Mediterranèe”.

 

Direttore di Sugonews. Giornalista, scrittore, social media manager e organizzatore di eventi. Lavora per il mondo della comunicazione e con la scrittura a più livelli, sviluppando progetti per aziende, privati e enti pubblici.