La rubrica di Antonio Grulli, scritta dai tavoli del Pastis di Torino. Pensieri sull’arte, la città, gli incontri.
Circa un anno fa è iniziata la mia avventura come curatore (il primo, non esisteva questa figura in precedenza) di una manifestazione bellissima e unica che si svolge a Torino ogni anno nei mesi autunnali e invernali: Luci d’Artista. Si tratta di un evento nato a fine anni novanta, fatto di grandi installazioni artistiche luminose sparse per la capitale sabauda realizzate dai più grandi artisti del mondo che si accendono a fine ottobre e vengono spente generalmente a metà gennaio. E’ nata da una brillante idea di Fiorenzo Alfieri, l’assessore alla cultura della città in quegli anni, e ha riscosso da subito un successo di pubblico inaspettato riuscendo ad arrivare a persone che solitamente non hanno dimestichezza con i luoghi dell’arte contemporanea.
Poter comunicare come curatore con un pubblico così ampio è un’esperienza rinfrescante e rinvigorente. Ma soprattutto questa nuova avventura mi ha permesso finalmente di poter vivere a Torino (pur muovendomi sempre in maniera folle per lavoro), una delle città che più amo in Italia, approfondendone la conoscenza. E Torino è una città unica in Europa e potrebbe diventarne il grande laboratorio artistico: è uno dei posti più economici del continente senza essere caotica come le grandi capitali del sud Europa (Atene, Marsiglia, Napoli), ha tantissimi spazi liberi perfetti per chi fa arte, si riesce a mangiare bene e a cifre dignitose, e soprattutto ha un numero altissimo di grandi istituzioni per l’arte contemporanea che portano moltissimi curatori a lavorare in città in pianta più o meno stabile facendone in tal modo un luogo cruciale di scambio critico e intellettuale. Si vedono anche per questo i primi grandi artisti e curatori che si sono trasferitisi in città dall’estero: figure già affermate, seppur ancora giovani, come ad esempio il pittore fiammingo Pieter Vermeersch, la curatrice francese Lilou Vidal, o l’artista multimediale britannica Cally Spooner, dei quali, se non siete pratici, dovete approfondire la conoscenza visto che, pur potendo vivere ovunque nel mondo, hanno scelto di trasferirsi nel nostro paese.