Skip to main content

da fulltravel.it

Una cosa che da sempre spiazza il torinese in trasferta a Milano è notoriamente la pianta della città lombarda: abituato da una vita a ragionare per orientarsi a partire dal concetto di quadrato, ecco che a un tratto il torinese in trasferta a Milano deve confrontarsi col cerchio.

Torino è romanica, e dunque nasce a partire dallo schema del cardo e del decumano: in centro, solo via Po e via Pietro Micca si sottraggono anarchicamente al rigido schema ortogonale delle origini.

Milano invece è medievale, e dunque concentrica. Ma la sorpresa più grande, per il torinese in trasferta a Milano, è scoprire che i milanesi sono gentili: perfino ospitali. Arrivato in riva ai Navigli psicologicamente preparato ad affrontare lo stereotipo del “milanese imbruttito”, il torinese si ritrova a dover fare i conti con una realtà ben diversa: è vero che Milano come peraltro Torino ormai pullula di allogeni, tra italici meridionali di lunga o breve data e stranieri dalle diverse provenienze e disponibilità, dal “rider” che consegna il sushi sotto la pioggia battente all’emiro in soleggiata trasferta con le mogli tra via Sant’Andrea e via Montenapoleone.

Ma i milanesi doc, benché non sia comune incontrarli, esistono ancora, e non si limitano a salutare educati il nuovo arrivato, ma sorridono pure. Di modo che il torinese in trasferta a Milano, che a Milano è arrivato con tutti i pregiudizi che da sempre noi torinesi abbiamo nei confronti di quella città e dei suoi abitanti, dapprima non se ne capacita ma infine è costretto a ricredersi.

Oibò.