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I grandi classici visti nei cinema di Milano.

A Milano il Museo del Cinema non c’è, però c’è il cinema Arlecchino, che sta a due passi dal Duomo.

È un vecchio cinema dall’aria un po’ fané, i pavimenti di marmo ornati da disegni geometrici, le poltrone comode, con le file distanziate il giusto, così da poter accavallare, volendo, le gambe. Al cinema Arlecchino ogni tanto organizzano rassegne dedicate a classici, l’ultima che mi è capitato di vedere era un omaggio a Marlon Brando per i suoi cento anni. E il bello di queste rassegne sta anche nel fatto che le pellicole sono proiettate in lingua originale. Così, finalmente, ho potuto rivedere in una sala cinematografica e dunque su grande schermo Ultimo tango a Parigi, e sentire la voce del grande divo americano che recitava un po’ in inglese e un po’ in francese, ma non solo: perché Brando recitava perfino con le sopracciglia, oltre che con il resto del corpo.

Un altro cinema milanese che proietta film in lingua originale è il Godard, quello della Fondazione Prada. Che naturalmente rispetto all’Arlecchino è più recente, e altrettanto comodo, grazie alle splendide poltrone rivestite in velluto verde.

Qualche tempo fa al Godard ho rivisto Il cielo sopra Berlino di Win Wenders, con la capitale tedesca ancora divisa dal Muro e la Potsdamerplatz ancora ridotta a landa desolata. E un Bruno Ganz come sempre straordinario nella parte dell’angelo che sceglie di tornare uomo, e si meraviglia per tutto ciò che noi umani diamo per scontato, tipo le gocce di pioggia. Così grazie al cinema ho ritrovato la Parigi degli anni Settanta e la Berlino degli anni Ottanta, e ho ripensato a un film che ha segnato la storia dell’odierno Torino Film Festival ai suoi albori, I ragazzi di Torino sognano Tokyo e vanno a Berlino. Oppure a Milano.