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Luci d'Artista Torino _ Grazia Toderi

Non si erano ancora spente le luci sull’Art Contemporary week e già si accendevano quelle sull’ATP finals. La città è passata in pochi giorni dalla creatività degli artisti a quella, non meno nobile, dei tennisti, a iniziare da quella del nuovo idolo nazionale Jannik Sinner; dalle tanti sedi che hanno ospitato l’arte moderna e contemporanea al villaggio di Piazza Castello e al Palaisozaki.

Se poi ci aggiungiamo Luci d’Artista e Cioccolatò, la città a novembre sembra trasformarsi in un grande palcoscenico che offre spettacoli per ogni “palato” e accadono cose impensabili: i taxisti che non si lamentano e scarrozzano turisti italiani e stranieri; gli alberghi in cui gli ospiti business (sempre meno, purtroppo) si aggirano tra collezionisti e fans di Djokovic e compagni; ristoratori che guardano con stupore le file di clienti all’ingresso allungarsi sui marciapiedi.

Ogni evento attrae ondate di cittadini ovunque, producendo anche effetti collaterali inattesi: spuntano dappertutto nuovi e spesso improbabili critici d’arte; migliaia di persone corrono a iscriversi ai circoli di tennis dimenticando in un angolo le racchette di padel appena comprate; dopo l’abbuffata di cioccolato alcuni guardano con preoccupazione gli altissimi livelli di glicemia.

Una vera e propria iniezione di fiducia per la città, che durante il mese di novembre sembra persino avere quell’identità che ha smarrito da tempo e che fatica a ridefinire dopo che è stata seppellita quella di One company town (per essere chiari, quella di capitale dell’auto).

La cultura e i grandi eventi sono ormai un pezzo dell’economia cittadina (e quindi faremo giustamente il tifo per continuare a essere sede delle ATP finals o per diventare Capitale della cultura europea nel 2033), ma non bastano per l’economia cittadina.

Quando le luci si spegneranno, converrà però rimettere l’attenzione sul fatto che siamo una città che perde abitanti, che non trattiene i giovani – né quelli torinesi né quelli che vengono qui a studiare nei nostri Atenei sempre più attrattivi.

E allora vale la pena ricordare l’annuncio, pubblicato su un famoso portale immobiliare!, della vendita dello storico stabilimento Bertone, e poi Maserati, di Grugliasco. O dell’ennesima riduzione di personale negli uffici centrali Fiat (Ops! Stellantis).

 

Dico così, tanto per non distrarsi troppo.