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Fotografie di Ludovico Benedetto

In una frenetica corsa contro il tempo, il Dragone cinese ha scagliato i suoi artigli su deserti, su montagne e su villaggi, cementificando e erigendo grattacieli che hanno trasformato paesaggi rurali in metropoli di milioni di abitanti. Autostrade, ponti e gallerie hanno tessuto una rete intricata, mentre enormi pezzi di terra sono diventati foreste di pale eoliche. Tutto questo ha plasmato un nuovo volto per la Cina, un paese che si è catapultato dalla povertà rurale a una prosperità urbana apparentemente senza limiti. Aeroporti immensi, miliardi di telecamere e miliardi di giovani poliziotti controllano con meticolosità robotica ogni particolare.

Migliaia di persone nate in case di fango e paglia ora vivono nelle “ville europee”. Il Dragone cinese ha smesso di saettare e si è volutamente imposto un ritmo più lento, un’andatura più adatta all’eleganza di una parata. Da Piazza Tien’anmen, il Dragone cinese sta progettando la nascita, la crescita e la maturità di un nuovo modello di cittadino cinese. Una classe media destinata a colmare il divario sociale tra i giovani miliardari delle grandi città e i vecchi abitanti delle zone rurali.

Questa emergente borghesia cinese ha abbracciato rapidamente il desiderio occidentale di una vita più comoda e moderna.

Il Dragone di Pechino ha risposto prontamente, offrendo alla nuova nata classe media sogni accessibili attraverso piccoli sforzi finanziari. I nuovi consumatori cinesi desiderano il lusso occidentale, con TV al plasma, telefoni cellulari e ogni sorta di comfort moderno. Questo fervente consumismo sta generando una vasta ricchezza, e il Dragone cinese ha ben chiaro come impiegare questo denaro.

Fotografie di Ludovico Benedetto

La missione del governo è di spendere il loro surplus all’interno della Cina stessa, senza disperdere nemmeno una briciola oltre i confini nazionali. La risposta del Dragone è stata un’innovativa forma di “turismo patriottico” che dà la possibilità di visitare il mondo comodamente a casa. Repliche di città europee sono state costruite vicino a Macao, offrendo un’esperienza a costi nettamente inferiori.

Il Ministero cinese della Cultura e del Turismo ha pubblicato il “Piano di miglioramento del turismo interno (2023-2025)”, il cui obiettivo principale è mantenere una crescita costante delle dimensioni del mercato turistico nazionale ed aumentarlo ulteriormente entro il 2025.

L’andatura del Dragone non è quindi variata, è semplicemente una farsa: nuovi “prodotti turistici” vengono lanciati, prodotti e itinerari turistici che rispondano alle esigenze del nuovo mercato interno, come vacanze sul ghiaccio e neve, sull’oceano e sulle navi da crociera, vacanze “europee” e molto altro.

Nonostante il turismo estero sia in crescita continua, secondo i dati recenti della Overseas Spending Platform di Alipay, la spesa media per utente per i viaggi esteri nella prima metà del 2023 è cresciuta del 24% rispetto al 2019, questo non ha niente a che vedere con la velocità della crescita del turismo interno.

I dati rilasciati dal Ministero della Cultura e del Turismo parlano di 102 milioni di viaggi domestici con circa 3 miliardi di introiti, che si traducono in circa 9,3 milioni di viaggi in treno e 1,5 in aereo.

Il Dragone non ha badato a spese per trattenere ogni singolo centesimo all’interno dei suoi confini: riproduzioni di Venezia e Parigi, di villaggi di montagna e borghi europei sono stati disseminati in tutto il territorio cinese.

Mi sono trovato di fronte a un Dragone imponente, abilmente impegnato a replicare il modello occidentale (ovviamente secondo i suoi criteri), interi villaggi sono stati costruiti dove prima sorgevano piccole tribù, come nel caso di Basha e dei suoi abitanti, la tribù degli uomini con fucile e coltello vestiti di blu, ormai ridotti a fare spettacoli per i turisti.

Situato all’estremità meridionale della provincia del Guizhou, nel cuore della foresta di Congjiang, ai piedi della montagna della Luna vive l’ultima tribù di “cacciatori” della Cina moderna; un perfetto esempio del nuovo modello di capillarizzazione cinese.

Come in tutto il territorio del Dragone la provincia del Guizhou è caratterizzata da una notevole presenza di minoranze etniche e da una diversità culturale che non ha rivali.

Oggi, quello che un tempo era assimilazione tramite la forza, oggi si è trasformato in un accorpamento più subdolo.

Basha, letteralmente “luogo con foresta rigogliosa”, ospita uno tra gli ultimi gruppi etnici della Cina a poter ancora possedere legalmente delle vere armi da fuoco, a poter ancora venerare gli alberi (i portatori di anime secondo l’etnia), ed a vivere nelle loro “case tradizionali”, ma a quale costo?

La “modernizzazione” è stata portata dal Dragone nel villaggio di Basha, piazzali dove i giovani tra i sette e i quindici anni i ragazzi compiono un rito di passaggio (il rito della prima rasatura) sono state costruite per la miriade di turisti interni che riempiono il villaggio ogni anno. I fucili, un tempo utili alla caccia, sono stati sostituiti con archibugi a salve per danze “folkloristiche”

Oggi vivere l’esperienza della Cina autentica senza rinunciare a nessun confort è possibile grazie, o a causa, della costruzione dei villaggi verosimili, piccole città paragonabili a Gardaland come nel caso di Zhaoxing o del villaggio di Shiqiao, primo villaggio dell’etnica Miao, il paese della carta ormai metà turistica per le masse.

Questa è la Cina del XXII secolo, un paese che sa mescolare il passato con una reinterpretazione cinica, combinando merchandising e strutture per accogliere le masse crescenti di cittadini prosperi

Sono partito con la volontà di conoscere la Cina autentica, quella dei libri di Sun Tzu e dei dipinti della Scuola Wu, ma ho trovato solo un enorme dragone pronto a copiare il modello occidentale secondo i propri canoni. Niente di autentico, solo MADE IN CHINA.

Fotografie di Ludovico Benedetto

Fotografo, scrittore e social media manager freelance. Realizza visual storytelling transmedia e recensioni sulla settima arte