Skip to main content

Inaugurerà domenica 12 maggio e aprirà al pubblico martedì 14 a Palazzo Bellomo a Siracusa l’esposizione site specific di Davide Bramante “Pan_Estesìa. Tutta la bellezza che ho negli occhi”.

 

 

Non curatori della mostra, Laura Milani e l’equipe di Civita Sicilia.

 

 

Davide Bramante _ Tutta la bellezza che ho negli occhi

E, questa volta, la premessa è anche il contenuto. Essere non curatore. Cosa vorrà dire? Sarà una provocazione? Che sarà? Provo a spiegare come l’abbiamo inteso Davide e io.

Partiamo da un’alternativa, che è avere a cuore. Può questo pensiero aprirsi e chiudersi con una sola mostra? La nostra risposta è no.

Avere a cuore trascende i limiti imposti dai tempi e dai modi dettati della consuetudine, da ciò che è come è sempre stato. Sfugge alle definizioni e ai confini.

E andiamo verso il non. Un sì si riferisce a qualcosa di definito, un no chiude. Il non apre alla ricerca, alle molteplici possibilità che abbiamo sempre di fronte a noi e che spesso, assuefatti alle abitudini e agli automatismi, non vediamo. Il non, apre.

Non ho mai amato le definizioni, i ruoli, le stigmatizzazioni. Al contrario, tengo molto ad alcune persone, che per me, per ragioni diverse, sono extra ordinarie, speciali. E una di queste è certamente Davide Bramante. Ho grande stima di lui come persona e come artista. Essere il suo non curatore mi ha permesso di conoscerlo meglio e con lui e attraverso di lui ho scoperto una meravigliosa Siracusa.

Quando mi ha portata a visitare la sua casa in campagna, anche suo studio, la prima cosa che ho trovato di fronte a me alzando lo sguardo è stata una scritta in siciliano “L’amuri cà mi dasti ti lu tornu”. E così sarà – mi sono detta in silenzio.

A Siracusa. Sotto le volte a crociera di Palazzo Bellomo, crocevia di luoghi e culture ramificate fra il Mediterraneo e l’Europa settentrionale, le immagini di Davide diventeranno esperimento policentrico, polimorfico e polisensoriale. Si muoveranno fluide fra le sagome delle opere bizantine e normanne, catalane e rinascimentali esposte, e, come impulsi di un circuito nervoso, si connetteranno alla “bellezza conservata”. Prenderà vita, così, una meta-fotografia che dalle sale del Museo abbatterà muri e distruggerà barriere, fisiche e geografiche. Per andare altrove. Ancora una volta. uno sguardo da conservare sotto pelle e da raccontare poi. In un’altra tappa di un viaggio che non finisce mai. Quello alla scoperta della bellezza.

Vi aspettiamo!

Davide Bramante _ Tutta la bellezza che ho negli occhi