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Torino è la terza provincia italiana nel settore della cultura e della creatività, per valore aggiunto creato e per addetti ai lavori. Un mondo da conoscere meglio.

A luglio è stato presentato il XIII Rapporto Annuale di Fondazione Symbola e Unioncamere: Io Sono Cultura 2023, L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi. Se vi capita dategli un’occhiata perché è pieno di notizie e dati interessanti, anche su Torino.

Il rapporto analizza tutte le attività economiche che producono beni e servizi culturali e quelle che utilizzano la cultura come input per accrescere il valore dei prodotti, che nello studio sono definiti creative-driven.

Ci si riferisce quindi non solo alle attività culturali gestite da musei e biblioteche e alle arti visive e performative ma anche alle attività che operano secondo logiche “industriali”: musica, videogame, software, media, comunicazione, architettura e design.

La bella notizia è che, secondo il rapporto, Torino è la terza provincia italiana (preceduta solo da Milano e Roma) nel settore della cultura e della creatività, sia  per valore aggiunto creato, oltre 5.000 milioni, che per addetti, quasi 77.000.

Sono obiettivamente numeri incoraggianti ma anche sorprendenti (almeno per me), perché rappresentano un mondo spesso sconosciuto agli stessi torinesi.

Dietro questi numeri non ci sono solo le grandi eccellenze note a tutti – dall’Egizio al Museo del Cinema, dalla Reggia di Venaria al Salone del libro, da Mito al Salone del Gusto, dal Kappa Festival ad Artissima, dal Mauto a Club to club, da Gallerie d’Italia alle Ogr – ma anche quell’enorme giacimento di creatività e di saper fare che opera in vari settori.

Spulciando il rapporto se ne trovano citate alcune: la piattaforma Must Had startup benefit creata a Torino nel 2021 che si basa su una community del Refashion composta da artigiani, designer e piccoli brand che condividono la filosofia del riutilizzo nel mondo della moda. Tra le collaborazioni di Must Had c’è quella con Uniqlo, per confezionare, grazie al lavoro di una cooperativa sociale. le tende dei camerini dei negozi di Milano e Copenaghen con materiali riciclati.

Nel settore del car design, dietro Pininfarina, Giugiaro, Torino Design, Up Design, Granstudio crescono nuove realtà come Icona Design studio torinese che vanta un team multidisciplinare con sedi a Torino, Shanghai e Los Angeles, che per progettare una delle prime microvetture a basso consumo si è ispirato all’iconica italiana Iso Isetta.

Lo studio Fightbean con metodologie legate al Design Thinking aiuta i brand e le aziende a sviluppare prodotti digitali data driven che creino valore e migliorino le esperienze delle persone che li usano.

Anche nell’editoria, crescono realtà come quella della casa editrice Eris, nata in città nel 2009 e che dal 2020 propone i BookBlock, saggi brevi su tematiche contemporanee che riguardano l’inclusione sociale, economica e culturale e i temi ambientali. E 001 Edizioni/Hikari, una delle principali case editrici di manga.

Il rapporto cita anche due importanti progetti delle Fondazioni bancarie  torinesi che mettono in relazione le attività culturali con quelli della salute e della disabilità: Wellimpact e Accolti ad arte 

Forse è il caso di ragionare e conoscere meglio questo mondo di cui poco si parla e capire come e cosa fare per sostenerlo e quindi torneremo presto a parlarne!