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L’addentrarsi in un maniero storico e nobiliare come Palazzo Madama a Torino costituisce di per sé un tuffo in un mondo magico e pieno di segreti, che Elisa Sighicelli con l’artificio della fotografia è riuscita magistralmente a rappresentare. Le sono bastati pochi scorci sui quali si è soffermata ritraendoli da varie angolature, a ore diverse, con luci diverse.

Il soggetto principale delle sue istantanee (due grandi trittici e alcune immagini singole) è la finestra della veranda sud di Palazzo Madama che dà sullo scalone monumentale. I vetri antichi della finestra distorcono l’immagine, immortalata in momenti diversi con risultanze totalmente differenti, restituendo all’osservatore visioni diverse, tutte altamente evocative.

Siamo nella Camera di Madama Reale, il trittico denominato “Uno, trentasei e sei” – che poggia sul broccato rosso e sugli specchi delimitati da cornici in legno dorato (un quadro nel quadro) –  riflette sulle vetrate del palazzo trasportandoci in un’atmosfera onirica. La realtà si può afferrare? Dove ci conducono fantasia, immaginazione e gioco?

Di immagine in immagine ci ritroviamo in un amen in una sorta di caleidoscopio: le fotografie stampate su raso, e dunque libere di muoversi sulle pareti, accrescono “l’ambiguità tra il reale e il rappresentato” come nei dipinti di El Greco. Le istantanee, simili a “specchi d’acqua increspati”, hanno un potere magnetico come la classica immagine di Narciso riflessa nei giochi d’acqua.

Molti pittori, da van Eyck al Parmigianino, a Velázquez avevano già scelto di utilizzare gli effetti ottici degli specchi che destabilizzano e dissolvono la realtà che si vuole rappresentare. Elisa Sighicelli lo ha fatto attraverso la fotografia, realizzando due trittici in cui prendono vita luce e spazio. Nel primo la medesima finestra è ritratta con più o meno luce, con svariati effetti a seconda che risulti cieca o lasci intravedere il lampadario dello scalone d’onore o divenga completamente trasparente mostrando i decori dorati esaltati dalle luci artificiali. Nel secondo trittico compare un dettaglio della finestra, poi la finestra intera e poi i sei vetri della finestra, ma nella stampa di queste istantanee l’artista ha giocato sulle dimensioni dei particolari, ingigantiti e portati allo stesso calibro dell’oggetto (la finestra) che li contiene, sortendo un effetto paradossale nello spettatore che si ritroverà spiazzato, coinvolto da una rappresentazione fantastica.

È assolutamente un “Doppio sogno” quello in cui si trova immerso lo spettatore di questa mostra nelle mostre: giochi di luce, trasparenze, immagini fluide e instabili si sovrappongono allo scenario delle mostre ricorrenti e di quello già di per sé fantastico di Palazzo Madama coi suoi rimandi a vite spettacolari inserite in un contesto, allora come ora, non meno che stupefacente, o come diremmo noi oggi quando la tecnologia ci aiuta a vivere sensazioni più vivide del solito, flashanti!

La mostra Doppio Sogno di Elisa Sighicelli è ospitata fino al 29 gennaio 2018 presso Palazzo Madama.

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Gloria Guerinoni