Skip to main content

“La Rubrica Appunti dal Pastis
#laculturaèneibar”

Antonio GrulliCritico d'arte e Curatore

Venezia, laboratorio dell’arte contemporanea.

La Fondazione Bevilacqua la Masa sostiene giovani talenti, esperienze dal vivo e ricerca artistica.

Marila Scartozzi La temperanza delle scettiche Inchiostro e olio su tela 200 x 200 cm 2024

Continua la mia avventura con la città di Venezia.

Dopo il Padiglione Albanese, che ho avuto la fortuna di curare durante l’ultima Biennale di Venezia, ho da poco iniziato il mio anno da curatore del programma di studi della Fondazione Bevilacqua la Masa, che mi porterà spesso in Laguna.

La Bevilacqua è un’istituzione che svolge un ruolo fondamentale nel supporto ai giovani artisti veneziani, veneti e italiani.

Nasce dal lascito del 1898 di Felicita Bevilacqua, e conta ad oggi due bellissimi spazi espositivi (di cui uno in Piazza San Marco) e di ben 28 studi per giovani artisti sparsi tra Venezia, Giudecca e Mestre, che si rinnovano di anno in anno. È probabilmente il più importante progetto di residenze in Italia, e per me è un’ottima occasione per continuare ad avere il polso della nuova arte. In queste situazioni, infatti, così come quando sono invitato a partecipare a giurie di premi, o durante le visite alle Accademie, si capisce molto del presente e del futuro prossimo dell’arte.

Negli ultimi anni ho vissuto in prima persona il ritorno prepotente della pittura, soprattutto figurativa, mentre altri linguaggi iniziavano a perdere energia.

Rispetto a quando ho iniziato il mio percorso di curatore, ad esempio, oggi la scultura sembra essersi fermata, fatica a trovare nuove strade che le permettano di uscire dal vicolo cieco “duchampiano” di campionatura del reale, dal quale è difficile tirar fuori nuove modalità di rinnovamento, mentre nei primi anni 2000, assieme all’installazione, era la regina assoluta.

Per non parlare poi dell’agonia del mezzo fotografico, sommerso dalla sovrapproduzione di massa a cui tutti noi contribuiamo ogni momento coi nostri dispositivi digitali, la quale ha generato un processo svalutativo delle foto simile a quello monetario.

Una nuova primavera invece è quella vissuta dalle pratiche performative e di ricerca sonora e musicale, intrapresa da molti giovani artisti con risultati qualitativi alti e sorprendenti; le nuove generazioni hanno voglia di esperienze vere, in presenza, corporee, dal vivo e da vivere assieme alla propria comunità di riferimento, tutti assieme con i propri corpi in un unico luogo. Un fenomeno identico a quello che ha portato all’esplosione dei concerti dopo il Covid. Ne vedremo delle belle.